domenica 29 giugno 2025

Entro il 2030, 45%? Non per l'Italia


L'attuale Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione fissa 7 traguardi per l'Unione - ed al numero 5 troviamo: "La percentuale di persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni che hanno completato l’istruzione terziaria dovrebbe essere almeno del 45 % entro il 2030." Parliamo deǝ natǝ tra il 1996 ed il 2005, spesso indicatǝ come Generazione Z.

E di istruzione terziaria parlava anche la strategia per il decennio precedente, che fissava il traguardo europeo al 40% al 2020: il traguardo oggi è più ambizioso e sembra perciò testimoniare la volontà di far crescere ed approfondire le competenze dei cittadini. Vale per tuttǝ, in tutti gli Stati dell'Unione, allo stesso modo? Forse no.

A differenza di quanto fatto in passato, questa volta non sono stati concordati traguardi anche nazionali a corollario di quelli comunitari. Agli stati membri nella risoluzione del Consiglio 2021/C 66/01 viene soltanto indicata la possibilità, se del caso (!), di fissare ciascuno "traguardi nazionali in linea con le specificità dei rispettivi sistemi di istruzione e formazione e tenendo conto delle circostanze nazionali". Sono invece presenti le statistiche di Eurostat, che consentono di seguire anno per anno l'andamento di indicatori e percentuali associati ai traguardi del quadro strategico - ed almeno di ricostruire qualche traiettoria, in particolare con i dati dell'istruzione terziaria in Europa e nei paesi candidati tra il 2015 ed il 2024 .  

Edouard manet, chez le père lathuille, 1879, 04 cameriere

L'Europa nell'insieme, dal 36,5% del 2015 arriva al 44,1% del 2024 con 27 paesi: considerando ugualmente tutte le annualità senza tener conto dell'uscita della Gran Bretagna nel 2020, troviamo un incremento continuo equivalente allo 0,76% all'anno .

Intanto l'Italia conclude il decennio al 31,6% nel 2024 . Rimane nel gruppo dei "ritardatari", ben  lontana dal traguardo comunitario per il 2030 ma anche da quello (ormai passato) del 40% al 2020.

Già nel decennio trascorso, l'indirizzo strategico nazionale appariva subalterno, visto che di fatto accettava di consolidare una condizione di distacco dalle regioni di testa dentro la Comunità. E questa strategia implicita sembra confermarsi, nei dati, anche stavolta: la distanza del dato italiano da quello comune europeo sta continuando ad aumentare, ed è passata dall'11,3% del 2015 al 12,5% del 2024. 

Un qualche "traguardo" per l'Italia al 2030, è stato fissato dai tecnici ministeriali e dai politici di turno? E quanto lontano è stato posto da quello europeo?

Intanto, nelle statistiche di Eurostat hanno un peso anche le variabili migratorie: i flussi interni di laureati tra paesi (a saldo verosimilmente negativo, per l'Italia), ed i flussi in ingresso da paesi extraeuropei di persone con istruzione anche terziaria. E su questo ci sono forse effetti delle politiche su accoglienza (?) e riconoscimento della cittadinanza degli ultimi decenni - ma questa è un'altra storia.

(A proposito, val la pena di ricordare che gli obiettivi nazionali della strategia europea al 2020, vedevano in prospettiva agli ultimi posti quanto a cittadinǝ con formazione terziaria Romania e Italia; come detto, i nuovi obiettivi nazionali al 2030 se anche posti non sono stati esplicitati. Nel 2024, secondo i dati Eurostat, in fondo alla classifica troviamo proprio... Romania e Italia.)


giovedì 29 novembre 2012

Noi nella scuola siamo ottimisti e speranzosi: siamo costruttori.

(intervento di Ubaldo Grimaldi del 28 agosto 2003 ad un incontro pubblico sul tema: DIRIGERE SCUOLE PER IL LAVORO: LA SFIDA DEL “SECONDO CANALE”. Di mio, c'è soltanto la formattazione)

Io credo che in tutti questi ragionamenti che stiamo facendo ci sia un deficit di partecipazione da parte del personale delle scuole. Questa cosa la ritengo essenziale ed importante. Dovendo parlare di futuro canale o di quello che sarà dai caratteri non ancora definiti, comunque occorre la presenza, la partecipazione e l’impegno degli operatori della scuola attualmente sul campo: sarebbe il caso e sarebbe sicuramente utile organizzare forme di partecipazione significativa e sistematica alla elaborazione di percorsi, all’elaborazione dei pezzi di cui questo percorso è costruito.

sabato 1 settembre 2012

Ieri è morto Carlo Maria Martini

Milano, 11 ottobre 1993
Rev.do don Ignazio,
ho letto con viva commozione questa raccolta delle ultime lettere di Sua Eccellenza Mons. Tonino Bello, mio carissimo confratello nell'episcopato, che dal 1982 ha guidato la diocesi di Molfetta e che il Signore ha prematuramente chiamato a Sé lasciando nei nostri cuori un grande vuoto.
Rivolgo il più cordiale ringraziamento per aver pensato di pubblicare gli scritti che hanno segnato il periodo della sua dolorosa malattia, e mi pare di vedervi espresse bene alcune caratteristiche della sua vita sacerdotale: la centralità assoluta del mistero di Gesù crocifisso e risorto, il cammino della sua conformazione a Cristo in spirito di umiltà, povertà e fiducioso abbandono, la passione per l'annuncio della gioia del Vangelo, l'amore alla Chiesa e alla porzione del popolo di Dio che gli era stata affidata, la ricerca del dialogo continuo con la storia e con tutti gli uomini e le donne della terra, il desiderio ardente della pace, la speranza che la croce cambierà il mondo.
E vorrei sottolineare almeno qualche parola sulla sua personale esperienza della sofferenza: «Se dovessimo lasciare la croce su cui siamo confitti (non sconfitti), il mondo si scompenserebbe. È come se venisse a mancare l'ossigeno nell'aria, il sangue nelle vene, il sonno nella notte. La sofferenza tiene spiritualmente in piedi il mondo. Nella stessa misura in cui la passione di Gesù sorregge il cammino dell'universo verso il traguardo del Regno». E ancora: «Il nostro dolore alimenta l'economia sommersa della grazia. È come un rigagnolo che va ad ingrossare il fiume del sangue di Cristo. Il Calvario è lo scrigno nel quale si concentra tutto l'amore di Dio... Anche noi, sulla croce, rendiamo più pura l'umanità e più buono il mondo... Il Calvario non è soltanto la fontana della carità, ma anche la sorgente della grazia».
Questo prezioso insegnamento sulla prova e sulla sofferenza è molto utile per tutti noi che viviamo in tempi e in condizioni difficili, e mi auguro che la presente raccolta possa ottenere un largo favore da parte di quanti la mediteranno.
Con i più cordiali saluti nel Signore
+ Carlo Maria Cardo Martini