Milano, 11 ottobre 1993
Rev.do don Ignazio,
ho letto con viva commozione questa raccolta delle ultime lettere di
Sua Eccellenza Mons. Tonino Bello, mio carissimo confratello
nell'episcopato, che dal 1982 ha guidato la diocesi di Molfetta e che il
Signore ha prematuramente chiamato a Sé lasciando nei nostri cuori un
grande vuoto.
Rivolgo il più cordiale ringraziamento per aver pensato di pubblicare
gli scritti che hanno segnato il periodo della sua dolorosa malattia, e
mi pare di vedervi espresse bene alcune caratteristiche della sua vita
sacerdotale: la centralità assoluta del mistero di Gesù crocifisso e
risorto, il cammino della sua conformazione a Cristo in spirito di
umiltà, povertà e fiducioso abbandono, la passione per l'annuncio della
gioia del Vangelo, l'amore alla Chiesa e alla porzione del popolo di Dio
che gli era stata affidata, la ricerca del dialogo continuo con la
storia e con tutti gli uomini e le donne della terra, il desiderio
ardente della pace, la speranza che la croce cambierà il mondo.
E vorrei sottolineare almeno qualche parola sulla sua personale
esperienza della sofferenza: «Se dovessimo lasciare la croce su cui
siamo confitti (non sconfitti), il mondo si scompenserebbe. È come se
venisse a mancare l'ossigeno nell'aria, il sangue nelle vene, il sonno
nella notte. La sofferenza tiene spiritualmente in piedi il mondo. Nella
stessa misura in cui la passione di Gesù sorregge il cammino
dell'universo verso il traguardo del Regno». E ancora: «Il nostro dolore
alimenta l'economia sommersa della grazia. È come un rigagnolo che va
ad ingrossare il fiume del sangue di Cristo. Il Calvario è lo scrigno
nel quale si concentra tutto l'amore di Dio... Anche noi, sulla croce,
rendiamo più pura l'umanità e più buono il mondo... Il Calvario non è
soltanto la fontana della carità, ma anche la sorgente della grazia».
Questo prezioso insegnamento sulla prova e sulla sofferenza è molto
utile per tutti noi che viviamo in tempi e in condizioni difficili, e mi
auguro che la presente raccolta possa ottenere un largo favore da parte
di quanti la mediteranno.
Con i più cordiali saluti nel Signore
+ Carlo Maria Cardo Martini
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