domenica 8 aprile 2012

Entro il 2020, vivere in comunità con il 40% di laureati.

L’Europa, per i commentatori italiani un faro di saggezza non contrastabile, se lo è posto tra gli obiettivi della sua strategia. Cosa vuol dire, ad oggi, per l’Italia ? E quanta strada abbiamo da fare per dare il nostro contributo al raggiungimento dell’obiettivo ?
Anzitutto, qualche dettaglio. L’obiettivo strategico a livello europeo riguarda l’istruzione terziaria della popolazione che avrà tra i 30 ed i 34 anni entro il 2020, ossia coloro che oggi hanno tra i 22 ed i 26 anni.
La fonte comune di dati per la misurazione dell’indicatore nei vari stati è la rilevazione periodica sulle forze di lavoro. A meno di flussi migratori straordinari, possiamo prendere come punto di partenza la situazione rilevata da Eurostat nel 2010. Le statistiche ufficiali raccontano di un livello corrente pari appena al 20%, ma per fortuna esistono gli obiettivi nazionali, ossia l’adattamento concordato a livello europeo dell’obiettivo unico ai contesti nazionali. Tradotto in pratica, significa che già oggi i governi europei sono d’accordo nel lavorare affinché nel 2020 la quota di trentenni laureati possa andare da un minimo del 27%, in Italia e Romania, fino ad un massimo del 50% in Francia.
La distanza da colmare resta ancora significativa, ma siamo confortati dal trovare nelle statistiche dell’Eurostat un trend positivo per l’Italia nel decennio passato: nel 2001 la quota di laureati era appena il 12%,  a fronte di un valore europeo del 23%. Facendo un paio di sottrazioni, si può verificare però che il differenziale (una misura della distanza della situazione italiana da quella media europea) passerebbe da 11 punti percentuali nel 2001 a 13 punti nel 2020.
Forse la strategia della classe dirigente italiana per l'Europa punta a conservare ed allargare il divario esistente? Questo mi pare equivalente a dichiarare l’intenzione di far restare i cittadini comuni italiani programmaticamente cittadini europei di serie B.

2 commenti:

  1. Aggiungo che questi obiettivi strategici sono deboli anche a livello complessivo, come suggeriscono le previsioni del McKinsey Global Institute (marzo 2012): "Despite rising educational attainment across advanced economies, by 2020, the United States may have 1.5 million too few workers with college or graduate degrees and nearly 6 million too many who have not completed high school; France could be short 2.2 million baccalaureate holders and have 2.3 million too many workers who lack that degree."

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  2. Questo tuo articolo mi solleva un peso dentro, sai? Sapere che c'è un accordo a livello europeo per innalzare il tasso dei laureati significa anche che ci saranno politiche di inclusione nel mondo del lavoro degli stessi e, forse, un adattamento degli stipendi e una crescita... Poi, certo, bisogna vedere che cosa vorranno fare i nostri governanti. Spero che non rimarremo cittadini di serie B.

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